Corea del Nord: il panorama tecnologico nel paese più reclusivo del mondo

Come far coesistere spensieratamente tecnologie da potenza nucleare con condizioni di vita da terzo mondo

Corea del Nord: il paese più reclusivo del mondo. Recentemente al centro di un’escalation nucleare senza precedenti con gli Stati Uniti, divisa dalla Corea del Sud dal 1948, e appoggiata dalla Cina fin dalla fine della guerra civile, è ora circondata da una cortina di ferro persino più alta di quella sovietica. La maggior parte del paese è in stato di pesante arretratezza, con la popolazione che già negli anni ’90 aveva patito una delle crisi di carestia più terribili di sempre, e ora, stando al Telegraph, ai nord coreani viene detto di prepararsi a una nuova “Arduous March” (così venne chiamata quella carestia).

Tecnologie e Innovazioni d’elite

Ha senso con queste premesse parlare di innovazione tecnologica? La domanda non è così scontata come potrebbe sembrare. Infatti, da un lato le condizioni di vita sembrano essere terribilmente arretrate, mentre dall’altra la Corea del Nord ha già sviluppato bombe nucleari, e sta testando ICBM mobili.

Tutto questo porterebbe a concludere che in Corea del Nord la tecnologia c’è, è sofisticata e secondo le analisi degli osservatori sta evolvendo con un passo estremamente rapido.

Ad oggi non sono molte le tecnologie accessibili ai consumatori, e la maggioranza di quelle poche sono comunque appannaggio di una classe molto ristretta (vedi sotto) di persone, ma ci sono e grazie anche al mercato nero le cose stanno (molto) lentamente cambiando.
Certo, la tecnologia rimane poco accessibile a gran parte dei cittadini, ma considerare la Corea del Nord come terzo mondo sarebbe un errore grave.

Kwangmyong: “Internet” in Corea del Nord

La Corea del Nord ha una propria rete “Internet”, conosciuta come Kwangmyong, basata su connessioni dial-up alla propria rete telefonica.

Al 2014 il numero stimato di linee telefoniche nel paese era stimato a poco più di un milione. Per un numero di abitanti di circa 22 milioni sembrerebbe un numero decoroso, tuttavia rimangono quasi tutte dedicate all’elite governativa, e ad alcuni Hotel (dove però sono solo per gli stranieri). E infatti il numero sembra essere fermo dal 2008.

Corea del Nord dal satellite: la connettività potrebbe sembrare così

Un accesso differenziato

Dal 2007 registrata presso l’ICANN col dominio .kp, Kwangmyong ha le sue peculiarità: non è possibile accedervi dall’esterno, né offre accesso alla Internet esterna, rendendola di fatto più una sorta di intranet nazionale che di Internet vera e propria.

L’accesso a Kwangmyong è disponibile solo in poche aree urbane e nelle principali università. I domini di secondo livello vengono inizialmente amministrati da KCC Europe dalla sede di Berlino, ma la gestione è stata successivamente spostata in Corea del Nord e affidata a Star JV, una joint venture tra la compagnia statale Korean Post and Telecommunications Corporation (KPTC) e la thailandese Loxley Pacific. In effetti, dire che Kwangmyong è totalmente isolata da Internet non è corretto, visto che gli stranieri e le università consentono di fatto l’accesso all’esterno, anche se strettamente monitorato.

Collegamenti con l’esterno

L’allacciamento di Kwangmyong alla Internet esterna era stato inizialmente ottenuto tramite satellite Intelsat. Successivamente, con la creazione di Star JV fu deciso di optare per connessioni in fibra ottica (installate sul territorio già dal 1995). La Corea del Nord (vedi sotto) è uno dei pochi paesi a non avere alcuna connessione con nessuno dei maggiori sistemi di cablaggio sottomarino internazionale.

Cablaggi internet sottomarini

A quella che era l’unica connessione in fibra all’esterno se ne è aggiunta una in questi giorni anche dalla russa TTK, contribuendo a rendere più robusta la connettività nord coreana con una nuova cablatura tra Vladivostok e Pyongyang.

Cablatura di TTK da Vladivostok a Pyongyang

Questa potrebbe essere la risposta agli attacchi DOS (Denial Of Service) portati dagli Stati Uniti, come riportato dal Washington Post dello scorso 30 settembre.

Siti Web di rilievo

Tutto il traffico di Kwangmyong  è strettamente monitorato, e la maggior parte dei contenuti non sono accessibili dall’esterno. Tuttavia ci sono alcuni siti di rilievo che sono stati resi visibili su Internet.

  • Korean Central News Agency (KCNA) è l’agenzia di stampa ufficiale,  che riporta i punti di vista del governo ed è a uso e consumo degli utenti esteri. E’ uno dei pilastri della propaganda di stato, e vi si possono trovare storie in coreano, inglese, spagnolo e giapponese, comprese fotografie e video.
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KCNA
  • Naenara (trad. “il mio paese”) è il portale ufficiale dello stato,  che riporta dichiarazioni e attività del governo, nonché una corposa sezione di news incentrata attorno ai principali periodici stampati, come The Pyongyang TimesDPR KoreaKorea TodayForeign Trade. E’ inoltre una delle fonti che riporta materiale di KCNA, anche se non particolarmente veloce.
naenara
Naenara
  • Rodong Sinmun è il sito del giornale del comitato centrale del Partito dei Lavoratori. Viene spesso citato da KCNA come fonte ufficiale delle posizioni del governo.
rodong-sinmun
Rodong Sinmun
DPRK Today
DPRK Today

Altro sito di rilievo, a modo suo, è Uriminzokkiri. Sito cinese, oltre a riportare news dalle fonti ufficiali, produce anche contenuti suoi 1 . Il sito inoltre mantiene account su diversi social media, compreso un canale su Youtube. Qui sotto un curioso video in cui si annuncia trionfalmente la… vittoria ai campionati europei (con tanto di vittoria finale 8-0 sul Portogallo)!

Siti web indipendenti

Mobile

La diffusione di reti wireless in Corea del Nord è travagliata come il resto del paese. Nel 2008 la compagnia egiziana Orascom (dal 2011 acquisita al 57% da Global Telecom, la stessa che ha acquisito il 100% di Wind Italia) e KPTC (azienda governativa di telecomunicazioni) creano Cheo Technology JV, una joint venture con Orascom al 75%, conosciuta come Koryolink, quello che è il primo (e ad oggi ancora l’unico) operatore mobile in Corea del Nord.

Nel 2008, prima di questa iniziativa le linee telefoniche in Corea del Nord erano circa un milione, anche se gran parte riservate a ufficiali dell’esercito. La telefonia mobile era stata introdotta nel paese già nel 2002, ma nel maggio 2004 tutti i cellulari erano stati banditi a seguito del presunto attentato a Kim Jong Il.

Cellulari a Pyongyang

Il Ryugyong Hotel

L’annuncio da parte di Orascom di voler portare connettività 3G in Corea del Nord viene accolto con scetticismo visti la cattiva fama del governo, ma l’iniziativa ha successo e il numero di subscriber supera già nel 2014 i due milioni.

Il business della connettività 3G in Corea del Nord è sicuramente un rischio, per un paese che in quel momento sembra “dimenticato dalla tecnologia”, ma Naguib Sawiris è conosciuto per la sua propensione al rischio e non si spaventa, impegnandosi anche a portare a termine la costruzione del Ryugyong Hotel, un “fantasma” in cemento alto 300 metri, da anni rimasto incompiuto al centro di Pyongyang.

Ryugyong Hotel

Il palazzo viene (quasi) terminato, la rete viene estesa e dopo pochi anni il business inizia a generare profitti, superando presto i 700 milioni di dollari: i problemi inizieranno proprio quando Orascom cercherà di incamerare questi profitti portandoli in Egitto.

Orascom perde il controllo di Koryolink

Il governo infatti inizia a porre difficoltà sull’esportazione di questi capitali, curiosamente chiedendo a Orascom di farlo al tasso di cambio del mercato nero, che avrebbe ridotto i profitti da 760 a 8 milioni di dollari.

An auditor's report released on April 2, 2015, detailing OTMT's assets in North Korea
Un report di Deloitte sui dettagli degli asset di OTMT in Corea del Nord

Il problema infatti è che i capitali non sono in dollari ma in won, che è una moneta non scambiata nel mercato internazionale, e mentre il tasso di cambio ufficiale prevede 100 won per 1 dollaro, che è artificialmente alto, al mercato nero il won vale molto meno, a un tasso di oltre 8200 won per 1 dollaro. Il governo si trova quindi nella situazione di non potersi permettere di “pagare” Orascom al tasso ufficiale da un lato, ma anche di non poter ufficialmente riconoscere il tasso del mercato nero dall’altro.

Non solo, nel luglio 2015 il governo annuncia il lancio di un nuovo operatore mobile, gestito da Byol, in competizione con Koryolink. Orascom prova discutere una fusione tra le due entità, ma senza risultati concreti e come se non bastasse il governo chiede la maggioranza della nuova entità che si verrebbe a formare.

Per tutte queste difficoltà, Orascom decide di deconsolidare Koryolink dal proprio bilancio, e ammette che “dal punto di vista del management” Orascom ha di fatto perso il controllo della consociata.

Una rete dove non si entra e non si esce

Koryolink, essendo indirizzata sia a nordcoreani che a stranieri, è relativamente più complessa da gestire, visto che è diversificato. Infatti ai cittadini non viene consentito accesso a internet, mentre agli stranieri non è consentito l’accesso alla rete interna locale2 .

A titolo di curiosità qui sotto riporto un sito di un simulatore Koryolink, per avere un’idea del servizio telefonico nord coreano (cliccare sull’immagine per accedere all’applicazione).

Simulatore dei messaggi vocali Koryolink

Byol3 d’atro lato sarà indirizzata solo alla popolazione locale, rendendo più semplice l’isolamento da qualsiasi accesso a internet.

I pochi nord coreani che riescono a procurarsi smartphone cinesi di contrabbando ne approfittano per connettersi alla rete cinese e chiamare i familiari da zone in prossimità del confine, ma la pena per chi viene sorpreso con telefoni stranieri è severissima.

Elettronica di consumo

La Corea del Nord è un paese contraddittorio, e la fotografia del mercato tecnologico oggi non fa eccezione. Nonostante ampie fasce della popolazione versino in condizioni al limite dell’indigenza, importazione e produzione di elettronica di consumo sono in crescita, e a Pyongyang viene anche ospitata una fiera commerciale due volte l’anno: in primavera e autunno, in cui si possono trovare anche prodotti tecnologici più che ragionevoli, nonostante l’inasprimento delle sanzioni.

Ullim, il tablet “sorvegliato”

Per esempio, Ullim, l’ultimo tablet rilasciato nel 2016 (gira con una versione customizzata di Android 4.4.2) secondo Daily NK ha riscontrato un successo enorme, con la domanda che superava largamente l’offerta. Il tablet ha le funzionalità per connettersi alla rete, anche se manca di Wi-Fi integrato, tuttavia presenta una serie di “features” che lo rende blindatissimo, in perfetta sintonia con il regime.

Ullim

Infatti, alcuni ricercatori tedeschi di ERNW dopo qualche mese di attento studio hanno riportato le loro scoperte al Chaos Communication Congress di Amburgo.

Oltre a una più che scontata censura sulle app che è possibile utilizzare, nel tablet è implementato un sistema di firma digitale, che permette di aprire solo files creati nel tablet o dal governo (non è possibile scambiare files tra utenti).

Il sistema di “sorveglianza” include inoltre “marchia” i file con data e registry ogni volta che vengono aperti, rendendo possibile ad “utenti autorizzati” il tracciamento di tutto lo storico degli accessi. La funzionalità più inquietante è quella chiamata “red flag”, che scatta una “istantanea” di tutte le informazioni di sistema4 ogni volta che viene aperta una app. Red Flag inoltre impedisce la cancellazione dei files e permette l’esportazione di tutto il tracciamento per analisi successive.

Come se non bastasse, è presente un “trace viewer” che permette all’utente standard di navigare il tracciamento su tablet, presumibilmente per ricordargli che tutto quello che fa è monitorato.

Personal computers, sistemi operativi di regime e tv digitale

Anche computers desktop e laptop ragionevolmente recenti non sono sconosciuti in DPRK. Tipico dei paesi comunisti, quasi tutte le compagnie sono statali o joint venture tra stato e compagnie straniere, ma la produzione c’è, nonostante l’aumentare delle sanzioni internazionali abbia fortemente aggravato la situazione.

corea del nord - achim
Pubblicità di Achim Computer, una JV Cino-Coreana

C’è anche un sistema operativo made in DPRK, che si chiama Red Star, che è sostanzialmente un Linux modificato, con l’interfaccia somigliante a Mac OSX (vedi sotto), ed è ovviamente anch’esso blindatissimo, alla stessa stregua di Ullim. Secondo Will Scott (video nella sezione precedente) Red Star non è usatissimo in ambito accademico (pare preferiscano Windows), e probabilmente il maggior utilizzo lo ha in ambito industriale. Curiosamente è possibile scaricarlo via torrent anche in occidente.

corea del nord - red star
Red Star OS 3.0

Ancora più sorprendente forse è l‘introduzione in DPRK della tv digitale via IPTV lo scorso anno. Il servizio di streaming, con 4 canali, viene acceduto tramite un sistema set-up chiamato Marabang. Stando a KCTV (Korean Central TeleVision) lo streaming viene fruito attorno ai  37 Mb/s, che è una velocità decisamente elevata, tramite Kwangmyong.

corea del nord - iptv
IPTV

Cybersecurity e droni

Se c’è un ambito dove sembra esserci una preoccupazione sempre più condivisa riguardo le capacità della Corea del Nord è proprio la sicurezza informatica.

L’attacco a Sony: responsabilità nord coreane?

Il 24 novembre 2014 un teschio rosso appare sugli schermi dei computer della Sony, rendendo inaccessibili i sistemi. L’autore rivendica l’appartenenza a un non meglio specificato gruppo #GOP (Guardians Of Peace). Le speculazioni si sprecano, vari esperti confermano che la Corea del Nord sarebbe dietro questo attacco, ma l’FBI dichiara che “No attribution to North Korea at this point”.

Oggi, a distanza di tre anni non ci sono ancora prove sulla responsabilità della DPRK nell’attacco a Sony, ma viene stavolta accusata della diffusione nientemeno che di Wannacry, il malware “causa di uno dei maggiori contagi informatici mai avvenuti”.

Scuola per hacker

A detta di alcuni fuggitivi, la Corea del Nord starebbe reclutando e addestrando “cyberwarriors” fin dalle scuole primarie, e i ragazzi più brillanti entrano a far parte di un’elite con privilegi difficilmente immaginabili dagli altri coreani. Inoltre, a detta di Martyn Williams, la DPRK sarebbe lavorando sulla crittografia quantistica, che renderebbe (se realizzata) le proprie comunicazioni praticamente inattaccabili.

La ragione principale di questa corsa potrebbe essere proprio collegata allo sviluppo missilistico, visto che fanno affidamento sulle comunicazioni radio, particolarmente sensibili a intercettazioni. Infatti in passato sul New York Times era stato dichiarato che il fallimento di alcuni lanci missilistici sarebbe stato da attribuire a cyber-attacchi americani.

Screenshot of quantum key distribution system transmitter and receiver. (Photo: Naenara.)
Screenshot di sistema di distribuzione e ricezione di chiavi quantistiche (foto: Naenara).

Sicuramente lo sviluppo di queste tecnologie è più economico e accessibile che non l’apparato militare, e il recente ban della Cina all’importazione di carbone dalla Corea del Nord, in seguito alle severe sanzioni delle Nazioni Unite potrebbe inasprire questa tendenza, portando il governo a concentrarsi ancora di più su questa modalità di “guerra”.

Preparazione alla guerra dei droni

L’ultima nota riguarda l’impiego di droni: circolano infatti diverse immagini con droni militari in parata. Apparentemente la Corea del Nord avrebbe iniziato a farli volare sulla DMZ e oltre il confine con la Corea del Sud.

Inoltre, stando a PRI (Public Radio International) La Corea del Nord starebbe lavorando a una serie di droni difensivi in grado di “catturare” i droni nemici e recuperarli.

corea del nord - droni
Parata della flotta di droni nord coreani

Conclusione

Il panorama digitale in Corea del Nord è di censura e restrizione, di isolamento… ma anche di innovazione. Tutto sommato è un paese forse ancora più complesso da capire di quanto non fosse l’URSS a suo tempo. Non esiste nessun altro paese che sia riuscito a creare la sua propria infrastruttura tecnologica e industriale da zero, rimanendo isolato o quasi dal resto del pianeta, con sanzioni internazionali sempre più gravi.

Per noi è un fenomeno curioso da osservare, ma ricordiamoci che questa tecnologia non è pensata per migliorare la vita quotidiana dei nord coreani, quanto per controllarli.

È l’antitesi della tecnologia come la conosciamo noi, e forse è affascinante per questo.

 

Questo articolo è apparso originariamente su Spindox.it: Corea del Nord: autoritarismo, tecnologia e innovazione

 

Links

Documenti interessanti

A quiet opening: North Koreans in a changing media environment (pdf)

OTMT Announces the Adaptation of a Revised Accounting Treatment for its North Korean Subsidiary Koryolink and the Conclusion of its Acquisition of Beltone (pdf)

Tecnologia

Ham radio operators to refine DPRK plans

Giant Robot Set To Patrol North Korean Border Is Like Something Out Of Avatar

How Did North Korea’s Weapons Tech Get So Good So Fast? – The Atlantic

ZTE hit for telecom exports to North Korea but US focus is on Iran

This is What Technology In North Korea Looks Like

Cybersecurity

North Korea blocks Twitter, South Korea blocks me

South Korea confirms censorship of North Korea Tech

Court rules in favor of North Korea Tech in blocking dispute

South Korea now blocking new KCNA site

South Korea’s online blocking sharply rose in 2010

#OpNorthKorea brings more attacks on DPRK websites

 


  1. Principalmente attacchi abbastanza violenti a USA, Giappone e Corea del Sud e propaganda di regime 
  2. L’accesso a internet per gli stranieri è comunque particolarmente costoso. Will Scott, un accademico americano che insegnava Computer Science a Pyongyang, racconta di 8o $ solo di sottoscrizione voce e 120 $ per i dati, cui aggiungerne 12 al mese per 50 Mb di traffico. 
  3. Che curiosamente si traduce con “star” in inglese, lo stesso nome della joint venture su cavo 
  4. Registry, id del tablet, storico del browser 

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